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Commitment to innovation.

Eleonora Zennaro

Responsabile GLP Quality

Cosa volevi fare da piccola? Qual è stato il tuo percorso?

Da piccola mi vedevo come architetto o designer. Ho sempre avuto la passione del disegno, della moda, della costruzione e in generale delle diverse forme di creatività anche se poi mi sono ritrovata a fare un percorso totalmente diverso. (ride, ndr)

Mi sono laureata in analisi chimiche biologiche a Urbino, e ho poi lavorato per una decina di anni, inizialmente anche con una borsa di studio, all’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Lì è iniziato il mio percorso di crescita esperienziale sia a livello professionale che umano perché, lavorando nell’ambito della ricerca per le malattie neurodegenerative, ero anche a contatto con i pazienti malati che si aspettavano da noi ricercatori una risposta concreta per la loro sopravvivenza. È stata un’esperienza intensa: da una parte si empatizzava molto con la loro situazione, dall’altra si veniva motivati all’ennesima potenza per poter fare del proprio meglio per arrivare all’obiettivo.
Dopo essermi specializzata in cellule staminali ed imaging, sono tornata all’Istituto “Mario Negri” in altre vesti, scoprendo i sistemi di qualità e facendo nascere la mia passione per questo ambito. Nel 2011 ho infine deciso di dare un contesto un po’ più definito alla mia esperienza lavorativa e sono quindi entrata in ChemService nell’Unità di Assicurazione Qualità.

Com’è la tua giornata-tipo? Cosa fa un Responsabile Qualità?

La mia giornata inizia organizzando le attività delle persone che lavorano con me, in base alle necessità e urgenze dei direttori di studio sia per la parte di revisione dei documenti sia per le ispezioni in laboratorio. Una volta impostata l’attività, entro nel vivo della parte gestionale e quindi quella di sviluppo progetti, revisione delle procedure piuttosto che la formazione delle nuove risorse. È una giornata sempre molto intensa in cui si passa da un’attività all’altra… che poi in fondo è ciò che rende meno monotono quello che apparentemente può sembrare essere il lavoro di un Responsabile della Qualità!

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Partendo dal presupposto che io mi sarei vista a fare qualcosa di molto creativo (ride, ndr), completamente diverso da quanto realmente faccio, il mio percorso di studi e le esperienze avute mi hanno fatto apprezzare e amare l’avere un metodo. Da quando sono responsabile dell’unità apprezzo molto la possibilità di gestire aspetti diversi, il pormi delle domande per fare in modo di sviluppare ed ottimizzare i metodi ed i flussi di lavoro nei quali la qualità è coinvolta. Forse è proprio qui che ritrovo un po’ la parte creativa della qualità. Sono tutti aspetti che mi fanno amare questo lavoro anche nei giorni più intensi.

Ho sposato a tal punto questa attività da entrare nel gruppo di coordinamento nazionale dei Quality Assurance. È un’attività che faccio al di fuori del contesto aziendale, ma che ha anche dei riscontri all’interno dell’ambito lavorativo. Mi piace avere un confronto e spunti esterni con colleghi che fanno il mio stesso lavoro ma in contesti differenti dal mio. Alla fine, questa esperienza mi pone in una posizione privilegiata: come coordinatrice ho l’opportunità di interfacciarmi con diverse realtà e comprendere come loro stesse affrontano determinati aspetti e problemi. Anche umanamente parlando: il confronto mi permette di avere una sicurezza in più per comprendere come ci stiamo muovendo a livello aziendale e quali sono gli eventuali margini di miglioramento.

Qual è la lezione più importante che hai imparato?

Ho imparato che bisogna avere un estremo rispetto delle persone per poter far in modo che siano in grado di esprimersi e di ottenere i risultati. Cerco di stare sempre molto attenta all’aspetto umano delle persone, al dialogo, al confronto. Cerco di individuare le skills dei miei colleghi per riuscire ad esaltarle in vista dei nostri obiettivi.
Un po’ forse perché l’ho vissuto su me stessa, un po’ perché nell’arco degli anni, le persone che si sono susseguite nella qualità, mi hanno fatto rendere conto che è davvero fondamentale l’aspetto umano per riuscire a valorizzare una risorsa. Se una persona non si sente valorizzata o integrata, difficilmente riuscirà a raggiungere gli obiettivi e a portare un valore aggiunto al team.
Rispettare e ascoltare le risorse, integrandole nell’ambiente di lavoro, è la chiave per farle esprimere al meglio e instaurare un rapporto tale per cui, alla richiesta di ottimizzare ed eventualmente aumentare la quantità di lavoro, essa sia più propensa a rispondere positivamente.

Come hai vissuto l’inclusione in LabAnaysis Group?

Io personalmente l’ho vissuta bene, molto bene, perché ho avuto fin da subito la sensazione che ci stessimo interfacciando con una realtà molto organizzata - più di noi che uscivamo da un intenso periodo di cambiamenti e di faticosa ripresa.
Quando nel 2018 ho avuto la possibilità di conoscere e parlare con il Professore (Luigino Maggi, fondatore di LabAnalysis, ndr), con Stefano e Lorenzo (figli del Professore, ndr) io ero effettivamente molto entusiasta. Mi ricordo che ho avuto fin da subito la sensazione che stessimo parlando la stessa lingua. L’arrivo di LabAnalysis Group per me ha significato riuscire ad avere un confronto ed un supporto diretto e costante: per quello che mi riguarda mi hanno sempre messa nella condizione di avere nuovi stimoli, a volte con più fatica, a volte con più facilità, ma sempre con molta serenità.
Questo cambiamento mi ha reso conscia del fatto che questo implicava anche crescita e quindi un ritmo nuovo a cui forse noi non eravamo molto abituati.

Hai qualche hobby? Chi o cosa ti motiva?

Una cosa che dico sempre è che io quando sento il bip del badge è come se facessi un reset. Il tentativo è quello di trovare il tempo per staccare: ho imparato da esperienze precedenti che è veramente necessario per ricaricarsi di nuova energia. Cosa significa? Significa trovare il tempo per se stessi con attività fisica, ma anche stare con la mia famiglia, organizzare cene con amici, ridere e scherzare, circondarsi di cose semplici che fanno stare bene, dai miei affetti che amano condividere questi momenti con me.

Mio papà è sicuramente la persona che mi motiva da sempre. Lui ha fatto un percorso molto simile al mio: è nato come geometra, ma ora è un osteopata veterinario. Anche lui ha passato la sua vita a studiare e ricercare, per poi trovarsi in un contesto che era diverso da quello di origine, facendo delle sue passioni il suo lavoro e la sua quotidianità. Lui è il mio punto di riferimento perché parliamo un po’ la stessa lingua, in un continuo confronto.

Come vorresti vedere il tuo team tra 10 anni?

Tra 10 anni mi piacerebbe avere un team di persone molto motivate, che non vedono il loro contesto solo come “numero” o una mansione da svolgere e che, facendo parte di una realtà lavorativa in cui il sistema di qualità è uno degli elementi fondanti, credono in ciò che stanno facendo e ce la mettono tutta per riuscire ad ottenere degli obiettivi di crescita e di miglioramento comune.

A livello lavorativo come vedi l’azienda tra 10 anni, prevedi una crescita? 

Si, ma anche prima secondo me di 10 anni (ride, ndr). È ormai noto il progetto di trasferimento in una realtà che è già dimensionalmente più grande. Questo, assieme all’ampliamento del ventaglio di servizi offerti, è un elemento che fa capire chiaramente che la volontà è quella di crescere.

Come vedi l’evoluzione internazionale dell’azienda?

Beh, noi come parte GLP effettivamente lavoriamo già per un 95% con clienti esteri. Allargando la visuale all’intera LabAnalysis Group, invece, si tratta sicuramente di un gran bel progetto. Non vedo l’ora: al di fuori del contesto nazionale anche la gestione della qualità può essere differente. Anche pur seguendo tutti la stessa normativa europea, è ovvio che ogni paese la recepisce alla propria maniera. Sarà una sfida e sono pronta ad affrontarla.

Mi sono sempre detta in tutte le esperienze lavorative che ho avuto: “Finché mi diverto intellettualmente allora posso sostenere il carico di lavoro”. Quello che ho capito in 20 anni è che non sono fatta per lavori statici e routinari… che detto da una Responsabile Assicurazione Qualità sembra una cosa folle ma è così.! (ride, ndr)

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