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Commitment to innovation.

Fausta Giuffrè

Direttore Tecnico Laboratorio Chimico

In cosa consiste il tuo lavoro?

Sono una figura polivalente perché seguo sia il lato di supervisione tecnica che quello commerciale.

Da un lato, mi occupo prevalentemente di tenere i contatti con i Clienti per la parte tecnica e legislativa. Sono il primo punto di riferimento in caso di dubbi o problemi. Approvo i Rapporti di Prova in uscita con l’aiuto di due validissime collaboratrici: Francesca Dardano e Cristina Buoninfante.

Dall’altro, ho uno sguardo, sempre tecnico naturalmente, sul mondo commerciale. Valuto, assieme al Sales di riferimento, gli aspetti tecnici dell’offerta, soprattutto se particolare e specifica.

E da dove arrivi? Come ti sei costruita in questi anni?

Mi sono laureata nel luglio del 1991, approdando in questi laboratori pochi mesi dopo. Ai tempi, LabAnalysis Life Science non esisteva ancora: si trattava di un’industria produttrice di pesticidi. Naturalmente mi occupavo di Quality Control.

Quando sono arrivata aleggiava già nell’aria l’idea di costituire un laboratorio conto terzi, tanto che, già nel settembre del 1992, nasce l’azienda attuale. Di fatto, il 1° settembre 2022 saranno trent’anni che sono qui!

Ho iniziato, nei primi dieci anni, con le analisi sui residui e simili. Dal 2000, seguo anche le analisi sugli alimenti ad ampio spettro: caratterizzazione dell’alimento, più analisi specifiche a seconda della tipologia di matrice. Ed infine, sempre più o meno dall’inizio del nuovo millennio, abbiamo iniziato a lavorare in ambito nutraceutico.

Come hai vissuto l’arrivo di LabAnalysis Group?

È stato un bel passo. Ho cambiato più volte modalità e tipologia di lavoro e anche questa evenienza è stata vissuta come una ventata d’aria fresca. Lavoro bene con Lorenzo Maggi (attuale CEO di ChemService, ndr) e la sua frizzantezza.

Il nuovo parco strumentale ha fatto fare un salto di qualità al Laboratorio, aumentando la strumentazione a disposizione e portando il cosiddetto stato dell’arte dritto in azienda.

L’introduzione dei nuovi Sistemi Informativi e la digitalizzazione dei processi ha permesso un ammodernamento di ogni operazione di ChemService. Si è sancito il passaggio ad una nuova era, ecco.

Qual è, secondo te, la caratteristica personale più importante per una persona nel tuo ruolo?

Sicuramente la capacità di saper essere propositivi e positivi, a prescindere dal proprio stato d’umore. Bisogna saper lasciare i propri problemi e nervosismi fuori dall’ufficio, anche se, lo confesso, non sempre è così semplice…

In secondo luogo, citerei la diplomazia, intesa come mediazione. Capitano situazioni in cui bisogna saper dire di no con garbo, oppure correggere un’incongruenza tecnica esposta nel progetto del Cliente senza far capire in maniera palese che sta richiedendo una cosa poco sensata. Dai diciamolo… accade anche questo! (ride, ndr)

Nel tuo rapporto coi colleghi invece? Come funziona?

Secondo me serve sempre tanta diplomazia, ma in realtà dipende dalle persone. Per esempio, con Chiara Neri (Operations Manager, ndr), che conosco da tanto tempo, capita che ci siano delle discussioni, ma ci capiamo sempre al volo ed in brevissimo tempo. Con altre persone, invece, magari non si è ancora creato un rapporto tale da conoscere le loro sensibilità. Un atteggiamento troppo diretto potrebbe urtarle o essere frainteso. In questi casi allora è meglio essere più diplomatici, mediando con garbo.

Quali sono le caratteristiche che deve avere una persona per entrare nel tuo team?

Partiamo dal presupposto che è difficile capire certi aspetti di una persona quando ti trovi in fase di colloquio. E anche se riuscissi a comprendere qualcosa, bisognerebbe sapere se si tratta delle sue reali vesti o se si sta mostrando in quel modo solamente per il colloquio.

Principalmente i giovani dovrebbero porsi nelle condizioni di quella che chiamo umiltà d’animo. Puoi essere smart, nativo digitale e tutto ciò che credi, ma stai pur certo che devi farti le ossa. Dovrai imparare un nuovo lavoro e renderti conto che purtroppo l’Università non ti ha preparato a dovere. E soprattutto devi saper riconoscere i tuoi errori e comunicarli.

Detto questo, oltre alla preparazione tecnica, che è imprescindibile, bisogna avere una disponibilità all’apprendimento ed alla formazione, sia tecnica che organizzativa – perché ogni azienda lavora in modo diverso. Naturalmente questo non significa non essere propositivi o essere totalmente passivi alla situazione, ma comunque essere aperti a dinamiche di lavoro diverse dalle aspettative. Riconoscere a tutti gli effetti la fase di inserimento.

La lezione più importante che hai imparato dal tuo team?

Essere un gruppo unito. Se qualcuno è in difficoltà lo si aiuta. Non voglio vedere litigi o discussioni non costruttive. Bisogna venirsi incontro e trovare una soluzione.

Ho sempre voluto lavorare, dunque, con persone di questo tipo. Queste persone mi hanno insegnato, o comunque hanno rafforzato in me, questi concetti e ideali. La capacità di fare fronte unito e comportarsi con responsabilità.

Sono davvero molto fortunata!

Cosa volevi fare da grande quando eri piccola?

A sei anni mi hanno regalato Il Piccolo Chimico. Vale? (ride, ndr)

Alle medie mi ero innamorata della letteratura italiana. Così il mio piano era di fare il Liceo Classico, che ho poi frequentato, studiare Lettere Antiche e poi Archeologia. E da lì, come in ogni buon adolescente medio, la mia vita si stravolge quando mi accorgo della mia fortissima passione per la Fisica e la Geologia.

Pronta a diventare geologa, informandomi in vista dell’iscrizione in università, mi spiegano che in realtà le geologhe donne non erano molto ben viste nell’ambiente … Ricordiamoci che erano gli anni ’80!

E così arriva la Chimica. Come seconda scelta. E dirò anche di più: tornassi indietro farei tutt’altro. Nella realtà avrei dovuto prendere un percorso artistico, che è sempre stato nelle mie corde.

Ad ogni modo è andata bene lo stesso! Sono felice del mio lavoro e questo è l’importante!

Hai qualche passione fuori dall’ufficio?

Ho anche provato a riprendere la passione del disegno, ma purtroppo ho dovuto smettere per motivi di tempo.

Però mi piace andare in palestra! Avevo iniziato a frequentarne una durante l’anno di tesi, per scaricare la tensione. E da lì ho fatto sala pesi per circa vent’anni, mentre da poco meno di una decina seguo vari corsi che mi permettono di stare assieme, divertirmi e mantenermi in forma.


Fausta premiata per i suoi 30 anni in azienda - 15 settembre 2022

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