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Commitment to innovation.

Simona Nichetti

Direttore di Studio GLP

Come sei arrivata in ChemService?

Inizialmente lavoravo all'Istituto di Ricerca Farmacologica Mario Negri. Dopo aver studiato per 3 anni, ho conseguito l’attestato di ricercatrice biochimica. In quel momento la vita mi ha messo di fronte a un bivio: andare avanti con la ricerca o provare a entrare nel mondo del lavoro. Caratterialmente ho preferito scegliere il mondo del lavoro e si è aperta la possibilità nel 2004 quando al termine degli studi sono entrata in ChemService.
Ho iniziato come tecnico di laboratorio, quindi partendo dalla base, fino ad arrivare a essere direttore di studio. Il percorso che ho seguito mi ha permesso di toccare tutte le differenti mansioni in laboratorio, e per me è stato estremamente formativo. Oggigiorno ricopro anche il ruolo di referente tecnico, un ruolo ancor più organizzativo.

Quando eri giovane, qual era il tuo sogno?

Da ragazza volevo fare la restauratrice. Mi piaceva l'idea di dare una seconda vita agli oggetti e ai dipinti, riportandoli al loro splendore iniziale. Al momento della scelta delle scuole superiori, quando si è ancora molto giovani, non avevo le idee ben chiare, e per questa ragione mi sono fatta consigliare dai miei genitori, che mi hanno indirizzato verso un istituto chimico, nel quale ho conseguito il diploma da perito chimico. La passione non è mai scomparsa però, infatti adesso sto facendo dei lavoretti di restauro seguendo tutorial su internet.   

Com'è l'equilibro tra la vita professionale e quella privata?

Se devo essere sincera non è facile. Fortunatamente, l’azienda garantisce una buona flessibilità oraria, e questo mi permette di gestire meglio la mia vita personale, soprattutto avendo due figli, Samuele e Cloe di 14 e 6 anni. Anche durante il periodo della pandemia, grazie allo smart working, sono riuscita a gestire al meglio il rapporto vita-lavoro. È raro trovare un’azienda che venga incontro alle esigenze delle persone e per questo ne sono grata.

Come hai vissuto l'integrazione con LabAnalysis?

Com’è normale, all’inizio i cambiamenti spaventano e vedi le cose in modo diverso, all’inizio la paura era quella che potessero rompersi gli equilibri creati durante gli anni, ma col tempo abbiamo capito che l’ingresso di LabAnalysis ha portato una spinta positiva, permettendomi personalmente di migliorare in ambito lavorativo. In generale sta aumentando tutta la produzione dell’azienda e anche a livello di squadre stiamo crescendo, anche dal punto di vista dell’organico. Un altro cambiamento in positivo dovuto all’acquisizione da parte di LabAnalysis è legato al numero e tipo di test che conduciamo. Se prima eravamo limitati nel numero di test o anche nella tipologia di test che potevamo fare, oggi si sono aperte le porte a nuovi test, grazie all’esperienza maturata dalla collaborazione con i colleghi di LabAnalysis.

Dal punto di vista professionale, ci sono figure che ti hanno influenzato particolarmente?

Sì, a livello professionale posso dire Stefano Garofani perché è stato il mio responsabile per tanti anni. Ha gettato le basi del dipartimento, lui è in ChemService da sempre ed è da lui che è partita tutta la struttura organizzativa. A livello lavorativo mi ha guidato nel mio percorso, soprattutto agli inizi. Logicamente, anche tutti i miei colleghi hanno fornito grande supporto durante i miei primi passi lavorativi, e per questo devo ringraziarli.
Un’altra collega importantissima per me è Mercedes Pardo. Lavoravamo insieme già al Mario Negri nel 2000 e insieme siamo entrate in ChemService nel 2004. Ad oggi, condividiamo la stessa funzione nel dipartimento e abbiamo maturato, oltre a un ottimo rapporto lavorativo, anche un’amicizia vera e propria.

Quando cercate nuovo personale, cosa ti aspetti nella persona che hai di fronte? 

 Mi piacerebbe trovare una persona che ha voglia di imparare, perché la formazione a livello scolastico è completamente diversa da quella lavorativa; quindi, non bisogna avere paura di mettersi in gioco. È molto importante trovare qualcuno che sappia collaborare e lavorare in gruppo, perché anche se può sembrare scontato, bisogna rispettare un’etichetta comportamentale quando si è in laboratorio con altre persone.

Che cosa ti piace del tuo lavoro? 

Io amo la parte organizzativa, anche a casa, in famiglia sono quella che organizza di più tutte le attività quotidiane. La varietà del mio lavoro è un aspetto che mi appassiona sempre. Non ci sono mai momenti morti o di stallo, e i progetti da affrontare sono sempre diversi. Le sfide da affrontare a volte non sono per niente semplici, ma è questo che rende il mio lavoro più interessante. Oltre alla varietà, anche la voglia di cercare di implementare sempre qualcosa di nuovo mi motiva, anche perché non rimango mai ferma e punto sempre al miglioramento.

Come vedi il futuro trasferimento nella nuova sede di Origgio?

Io abito a Origgio (ride,ndr).  Mi sono trasferita da pochi anni, proprio perché è una zona bella, ben servita e tranquilla. Luogo abitativo a parte, penso che lo spostamento in una nuova sede più grande, con strumentazione all’avanguardia e più moderna, sia un cambiamento in positivo. Dal punto di vista del personale ci stiamo espandendo parecchio, e questo implica anche un aumento del carico di lavoro, ragion per cui avere una nuova sede permette di migliorare l’ambiente di lavoro. 

Come ti vedi tra 10 anni?

In questo momento sono serena dal punto di vista lavorativo, mi piace quello che sto facendo. Non mi dispiacerebbe se il nostro gruppo aumentasse dal punto di vista del personale, perché potrei concentrarmi maggiormente sulla parte gestionale, che mi appassiona.

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